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  • Immagine del redattoreEmergenza Sorrisi

LA BELLEZZA DELL’UOMO SI REALIZZA NELL’AMORE DA DONARE E DA RICEVERE


COMUNICATO STAMPA


Roma, 21 giugno 2023 - Dialogo interreligioso come ponte tra comunità e per chiunque faccia della relazione una scelta di pace, di aiuto al prossimo, di vita e di significato da dare all’esistenza. È stata questa la riflessione al centro del convegno moderato da Piero Damosso (giornalista del TG1), organizzato presso la Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva in occasione del 15°anno di attività di Emergenza Sorrisi dal titolo “Un’unica fede nella missione. Dialogo Interreligioso sull’aiuto al prossimo”.


Fabio Massimo Abenavoli, Presidente di Emergenza Sorrisi ha raccontato l’impegno dell’Associazione per portare cure specialistiche in oltre 20 Paesi del mondo. “Durante le missioni incontriamo fratelli di tutte le religioni, e il dialogo è di estrema importanza. Me ne rendo conto ancora di più quando, ritornando nei Paesi dove operiamo, ci abbracciamo con quel senso di fratellanza che dovrebbe accompagnare ogni uomo e persona di buon senso”. Una fratellanza, un senso di vicinanza e unità su cui si fonda anche la professione medica come hanno sottolineato Cristina Patrizi e Stefano De Lillo in rappresentanza dell’Ordine dei Medici di Roma. Indipendentemente dalla professione occorre “ricordarsi di fare le cose da uomo lavorando sui punti che uniscono e non in quelli che dividono” – ha rimarcato Foad Aodi, presidente di AMSI, Associazione Medici Stranieri in Italia. Per un dialogo interreligioso capace di trasformarsi in azione c’è bisogno di concretezza come ha sottolineato il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo di Segni “si parla tanto di dialogo tra religioni e di obiettivi comuni, ma quando si va sul concreto si fa difficoltà. Il tema della solidarietà dell’aiutare chi è in situazioni disagiate è uno dei pilastri della fede ebraica e per questo dobbiamo portare avanti un’unica missione nella diversità della fede”.


Qual è quindi il senso della missione di aiuto al prossimo nella diversità religiosa? Come ha sottolineato Stefano Bettera, Vicepresidente dell’Unione Buddhista Europea occorre domandarsi in quale mondo vogliamo vivere e che tipo di paradigma umano vogliamo costruire. “Le grandi tradizioni religiose possono tornare a dire qualcosa di significativo nella costruzione di un nuovo paradigma della società. Per farlo occorre riportare al centro la cura che richiede un approccio di partecipazione a quello che è il destino delle altre persone e recuperare la dimensione del dialogo e dell’amicizia su cui costruire una relazione profonda”. Amare l’altro e portare felicità e conforto sono gli insegnamenti della fede islamica. “La generosità e la cura verso chi è in difficoltà sono valori universali che le religioni promuovono da millenni” – ha dichiarato durante i lavori El Refaey Issa Imam della Grande Moschea di Roma. “Dobbiamo immaginare un mondo in cui le differenze religiose non siano un ostacolo, ma un ponte per lavorare insieme per un bene comune. Con la diversità possiamo trovare la forza per rendere il mondo un luogo migliore per tutti”.


Cosa significa dialogo religioso nell’azione portata avanti da Papa Francesco? Nel corso del suo intervento Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero della Comunicazione ha ricordato “Per Papa Francesco il dialogo è fatto di azioni condivise e di obiettivi piccoli ma precisi per fare del bene. In un tempo in cui il dialogo è sempre più difficile occorre riscoprire il valore della pace, della fraternità e della cura indicando l’individualismo come uno dei mali del nostro tempo”.


Franco di Maria, Presidente Unione Induista Italiana durante il suo intervento ha spiegato con una metafora che per metterci in dialogo con l’altro occorre smettere di pensarci come singoli “La goccia rappresenta il nostro transitare nella storia, ma se realizziamo noi uomini oltre goccia vediamo che al di là delle apparenze non c’è più separazione, e lì dove non c’è più separazione il prossimo sono io. Gli uomini non sono monadi, se comprendiamo questo la rosa della compassione e dell’amore non potrà che fiorire”. Partendo dallo spirito di Assisi e della prima grande povertà Cesare Zucconi, Segretario Generale della Comunità di Sant’Egidio ha ricordato come questo ci chiami ad uscire dalle proprie mura. “A partire dalla fede religiosa si può diventare artigiani di pace. Le religioni sono e devono essere a servizio della pace e della fraternità e a servizio della comunità ferita. La fraternità è fatta di solidarietà ed è la presa di posizione più efficace contro la cultura dello scarto”. Mons. Andra Celli, Parroco di San Pio X, ideatore del Progetto Persona ha concluso la giornata di lavori con una riflessione dedicata all’uomo e al suo impegno nella società. “La bellezza dell’uomo si realizza nell’amore da donare e ricevere. Un amore universale e totale che lo spinge fino a mettersi in pericolo in prima persona per soccorrere l’altro. Tutto ciò che umani ci riguarda, per questo la persona deve vivere nell’impego della società e per perseguire un bene comune”.


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