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  • Immagine del redattoreEmergenza Sorrisi

La mia sfida per 10 sorrisi

Per lui correre è un modo di trovare la migliore versione di se stessi. Stiamo parlando di Simone Luciani, maratoneta da record e terzo italiano nella storia ad aver corso tutte le 6 Majors Marathon del mondo in meno di tre ore. Simone parteciperà il 5 marzo alla Goggingschallenge, una corsa sui generis, lanciando una raccolta fondi a sostegno di Emergenza Sorrisi per donare un sorriso a 10 bambini.


Simone, come ti sei avvicinato al mondo della corsa?

Ho iniziato a correre per sfida. La mia prima gara di corsa fu la maratona di Milano. L’ho corsa senza allenamento, schiantandomi al suolo al 36esimo chilometro con crampi e impossibilità a camminare. Venivo dal calcio e non avevo mai corso più di un campo di calcio su e giù. Da quella “sconfitta” nel non finire la mia prima gara, è partita la sfida con me stesso di finire una maratona. Avevo 22 anni.

Che cosa significa per te correre?

La corsa è una parte essenziale della mia vita e l’ho sempre utilizzata per cercare la migliore versione di me stesso. Ed è proprio rispondendo a questa domanda che ho deciso di esternare con un’azione concreta quello che per me rappresenta la corsa. Se penso alla corsa la prima associazione che faccio è legata alla felicità e al sorriso. Quindi è stato immediato decidere di sostenere un’organizzazione come Emergenza Sorrisi che si impegna ogni giorno per restituire la gioia di un sorriso ai tanti bambini del mondo che nascono con una malformazione del volto. L’obiettivo della raccolta fondi è quello di ottenere 2.500 euro per organizzare 10 operazioni chirurgiche e curare altrettanti bambini.

La tua sfida per dieci sorrisi…

Sarà proprio una doppia sfida. Da una parte raggiungere l’obiettivo di offrire la possibilità di un’operazione chirurgica a 10 bambini, dall’altra portare a termine la Gogginschallenge, un’ultra marathon sui generis ideata dal celebre David Goggins nata lo scorso anno durante il lockdown. Si tratta di una sfida in solitaria di resistenza fisica e mentale in cui ogni partecipante dovrà correre 4 miglia (6,44 km) ogni 4 ore per 48 ore. Correrò qui a Londra sotto casa così sarò vicino ai tanti amici che mi sostengono. È molto dura correre ogni quattro soprattutto di notte e senza dormire, ma io amo le sfide!

La corsa è una passione, ma nel tempo è diventata per te anche una community e un progetto, vero?

A un certo punto del mio percorso è nata l’idea di aiutare altri atleti a raggiungere i propri sogni condividendo i miei errori e successi e documentando le mie avventure. Da qui è nata l’idea di escoacorrere un progetto seguito da una community di oltre 20.000 runners che si declina in un portale, un digital magazine, un canale Youtube e un podcast. “Esco a correre” è la frase che separa la propria vita dalla propria corsa, l’essere in relazione con il mondo dall’essere in relazione con se stessi, la sfida pubblica da quella intima. Io ho reso la mia sfida un po’ più pubblica sperando di incentivare le persone a correre e a cercare e trovare la propria migliore versione di se stessi.

Non ci rimane che augurarti un grande in bocca al lupo!

Crepi il lupo!

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