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  • Immagine del redattoreEmergenza Sorrisi

LA VERA FORZA DI EMERGENZA SORRISI - INTERVISTA A GIANLUCA DE FAZIO

È partito senza pensarci un attimo, prima in Pakistan e ora Iraq a Nassirya. Per Gianluca De Fazio, medico specializzando di 28 anni, ogni missione è stata una scoperta in cui ci si rende conto che si riceve molto più di quello che si dà. Ecco la sua testimonianza.



Come hai conosciuto Emergenza Sorrisi?


Sono al terzo anno di specializzazione in Chirurgia Maxillo facciale Policlinico Federico II di Napoli sotto la direzione del Prof. Luigi Califano. Ed è proprio grazie al Professore che la mia strada ha incontrato quella di Emergenza Sorrisi. Durante il nostro consueto incontro dipartimento il Prof. Califano ci ha esposto la possibilità di partecipare ad una missione umanitaria organizzata da Emergenza Sorrisi. Senza pensarci un attimo mi sono ritrovato a Peshawar in Pakistan pronto a mettermi a disposizione di chi ne aveva più bisogno. Un’esperienza che mi è piaciuta tantissimo e che mi ha trasmesso tutto l’entusiasmo contagioso di Emergenza Sorrisi, ma soprattutto la voglia di ripartire. Per questo, non appena ho saputo della missione in Iraq, sono voluto entrare a far parte della squadra! In missione si lavora senza sosta e con l’obiettivo di curare più pazienti possibile. Puoi descriverci una giornata tipo? In missione la sveglia suona presto intorno alle 6.45, e dopo una veloce doccia e colazione a base di uova e caffè alle 8 siamo già pronti nel blocco operatorio. In ospedale abbiamo allestito 4 sale operatorie dove insieme con i tre chirurghi specialisti e una collega specializzanda venuta appositamente da Baghdad, abbiamo portato a termine 96 interventi. Ogni giorno abbiamo operato fino alle 21 per poi tornare al nostro alloggio per una cena veloce e un po’ di convivialità. In questa missione ho conosciuto persone fantastiche da tutta Italia, colleghi con cui abbiamo condiviso l’entusiasmo di lavorare fianco a fianco per qualcosa di più grande.




C’è una storia che ti porti nel cuore?


Ogni storia è importante ed è una storia a sé. Ma ce n’è una che mi ha colpito molto e che riguarda una donna di cinquantacinque anni. Di solito gli interventi per curare le malformazioni del volto sono eseguiti su bambini piccoli. Questa donna affetta da labioschisi bilaterale completa ha vissuto 55 anni della sua vita con un labbro completamente aperto e comunicante con il naso. Adesso grazie alla chirurgia potrà tornare ad accorgersi di avere anche il labbro superiore, potrà vivere la bellezza del sorridere, del mangiare, di poter dare un bacio a suo marito. Il grande contributo che Emergenza Sorrisi porta nei Paesi in Via di Sviluppo – oltre a un’eccellente offerta assistenziale – sta nel fatto di operare persone che altrimenti non potrebbero sostenere i costi di un’operazione. In Iraq la sanità è privata e questo, unito agli altissimi tassi di povertà, è il motivo per cui tante famiglie non riescono a permettersi la chirurgia. Grazie al nostro lavoro consentiamo a tanti bambini di avere un futuro e una migliore qualità di vita.


Che cosa significa per te essere volontario?


Dalla prima esperienza di volontario fatta in Africa mi sono reso conto che in queste missioni si riceve molto di più di quello che si dà. Si riceve tanto in termini umani e morali. Sembra retorico, ma vi assicuro che la serenità e la felicità con cui si ritorna a casa è un qualcosa che arricchisce nel profondo. Inoltre, oltre alla gioia e all’euforia si sperimenta la grande consapevolezza della fortuna di essere nati nel posto giusto del mondo, cosa che non dobbiamo mai dare per scontata.


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